Autodromo di Monza - 3 marzo 2013
Dopo il rinvio causa neve del primo appuntamento, che avrebbe dovuto svolgersi domenica 17 febbraio, quello del 3 marzo è stato un raduno all’insegna del bel tempo, tanto da consentire a tutti noi di girare con la capote aperta.
Il ritrovo è avvenuto come da programma all’ingresso dell’autodromo, ed è sempre piacevole per chi organizza un raduno vedere la partecipazione di soci che arrivano da lontano, essendosi magari svegliati prima dell’alba (come i soci Cecchetto dal Veneto e Margoniner dal Piemonte) oppure partiti da casa da soli, farsi 400 chilometri, caricare e scaricare la propria MG (una PA del 1934) da un Ford Transit primo tipo (d’epoca anch’esso) il tutto sempre da solo: sto parlando del socio Vincenzo Contini davvero mitico! Poiché se questo “sacrificio” è comprensibile quando il raduno dura almeno una giornata, lo è un po’ meno quando il raduno consiste sostanzialmente in 30 minuti di giri in pista: ma Monza è Monza, e il richiamo di uno dei più famosi circuiti al mondo è talmente forte da accettare anche questi sacrifici. Anche perché la cosa più bella consisteva nel fatto che per quei 30 minuti la pista di Monza fosse tutta per noi, senza cioè la presenza di altre auto che non fossero le MG iscritte al nostro Club.
Gli iscritti erano una ventina, raggruppati tutti in fila davanti al cancello di ingresso-pista, in attesa del segnale per entrare: quindi dentro nella corsia-box e da lì nella pista vera e propria: si tira un po’ la seconda, la terza e quindi la quarta, ma sei subito all’ingresso della 1° Variante, due curve quasi a gomito che ti obbligano a scalare fino alla seconda tanto sono lente. Quindi Curva Grande (o Curva Biassono) molto blanda tendente a destra, rettilineo in quarta piena per arrivare alla 2° Variante, un sinistra-destra uscendo in accelerazione per affrontare il breve rettilineo che porta alla 1° di Lesmo raccordata subito dopo alla 2° di Lesmo: dicono siano curve impegnative… e in effetti lo sono!
Da lì un rettilineo in discesa e poi in salita passando sotto un ponticello (il Serraglio) che ti porta all’ultima delle varianti di Monza: la Ascari; stiamo arrivando alla fine del 1° giro: dopo un rettilineo abbastanza lungo si affronta la Parabolica e si è di nuovo sul rettilineo dei box.
Alle nostre velocità la mezz’ora di pista trascorre in fretta: dopo qualche giro infatti arriva la bandiera a scacchi con l’invito a uscire. Tutti felici, nessun problema (né meccanico né tantomeno uscite di pista dovute a esuberanza) mettiamo quindi le auto in bella mostra nello spazio a noi destinato nel Paddock, preparandoci per l’aperitivo all’aperto con le foto di rito.
Non illudiamoci: se ci sembra di essere andati forti, la stessa impressione non l’hanno avuta gli spettatori. Un po’ perché le nostre non sono auto da corsa e un po’ (diciamocelo…) perché ognuno di noi ha a cuore la propria MG, che abbiamo tirato ma non strapazzato: anche questo è amore.
Ernesto Meloscia